mercoledì 1 gennaio 2014

UN TESSUTO D'AMORE PER JEFTE


Un'adozione a distanza, per come la sento io, è come un filo d'oro lanciato da quello spazio silenzioso del cuore verso un paese lontano, il Congo questa volta, verso la vita apparentemente distante di un bimbo, verso i suoi occhi dolci, e la sua anima piena di talento. Sono convinto che ognuno di noi abbia dentro un talento grande e unico che, messo nelle condizioni giuste, possa sbocciare e portare beneficio al mondo intero. Ecco: pensare che con una piccola somma di denaro (per il nostro mondo) si possa dare luce per un anno sia a livello scolastico sia a livello sanitario ad un'anima dell' “altro mondo” non può che
farmi sentire bene, e farmi tornare in mente il motto che cerco di utilizzare sempre più spesso nelle mie giornate, in diverse situazioni: Fare del bene, fa bene (a noi e agli altri!).
La storia che volevo raccontare qui è un po' speciale. Ha come protagoniste la sincronicità, la speranza e la bellezza: tutti ingredienti perfetti non solo nel periodo delle feste.
Qualche giorno fa stavo tenendo il mio solito laboratorio artistico del martedì mattina alle signore delle casa di riposo in cui lavoro come animatore. Non so esattamente perché o spinto da cosa -forse nel cuore avevo ancora un velo d'emozione per aver rinnovato la sera prima l'adozione di Gemima- sta di fatto che inizio a raccontare del progetto di Non Basta un Sorriso alle persone presenti. Il vice presidente dei volontari della nostra struttura, Remo, si illumina, ma rimane in silenzio in quel momento.
Poche ore dopo mi ferma nei corridoi e mi dice: “Stamattina hai raccontato una cosa bellissima. Era da un po' che con le signore volevo usare i soldi del nostro mercatino per un'opera di beneficenza, e le tue parole mi hanno colpito”.
Ecco la sincronicità: lancia una domanda al cielo, credici, e una risposta non tarderà ad arrivare.
Da lì la catena di eventi è stata molto rapida. Ho spiegato la situazione a Lucia che ha trovato subito un bimbo da adottare. Masala Jefte ora ha la possibilità di studiare e curarsi per un anno, oltre che una decina di nonne a distanza: Fernanda (78 anni), Maria (88 anni), Ebe (88 anni), Angela (92 anni), Teresa (82 anni) e anche Gabriela, Nilde, Luigia, Antonio, Irma. E Carla che purtroppo non c'è più, ma avrebbe certamente partecipato con un sorriso da orecchio ad orecchio a questa iniziativa.

L'ultimo giorno dell'anno ci siamo ritrovati tutti in salone. Abbiamo creato un piccolo cerchio di carrozzine e abbiamo fatto due chiacchiere. Ho letto alle signore la scheda di adozione di Jefte, che nel frattempo era arrivata per posta. “Il suo piatto preferito è il riso, il suo colore preferito il rosso e sogna di fare il falegname”. Le ospiti mi seguivano con attenzione e con una sguardo amorevole, come solo delle vere nonne sanno fare. E infatti quando ho letto: “Le mie mamme a distanza sono: Le Ospiti del Camelot”, subito mi hanno ripreso: “Ma noi siamo le sue nonne!”.


Dalla nostra casa di riposo di Gallarate (Va) sono stati lanciati tanti fili d'oro: tutti insieme formeranno un reticolo di luce, un tessuto d'amore con il quale il piccolo Jefte si potrà scaldare. Sperando che con quel tepore venuto da lontano sappia mettere a frutto il suo talento unico e speciale: sogniamo che un giorno possa lavorare il legno, fare piccoli e grandi capolavori, come il suo cuore ora gli sta già indicando.

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