Nei
loro occhi vedo frammenti di bellezza rinata. Leggono le poesie e si
immergono nelle parole che fluiscono come da un torrente che a
tratti
accelera, e subito dopo rallenta. Questa visione si ripete ormai da
tre giovedì consecutivi, la mattina, quando tengo alle mie
“vecchiette” nella casa di riposo dove lavoro un laboratorio di
poesia. Stiamo preparando un recital che si svolgerà il 10 dicembre.
Il tema che abbiamo scelto è “Cinema Di-Versi”, le poesie che
vengono citate nei film. E allora ci siamo immersi nelle metafore
feconde del Neruda del Postino, con Massimo Troisi, abbiamo preso a
prestito da L'Attimo Fuggente il mitico Oh Capitano! Mio Capitano di
Walt Withman (vedi link sotto, da brividi!) e La strada meno battuta del poeta americano Robert
Frost. Abbiamo preso da Patch Adams il Sonetto XVII, sempre di
Neruda, che Patch-Robin Williams legge davanti alla bara della
compagna sussurrandole di un amore tanto incondizionato, quanto
totale, che ha nei versi “T'amo senza sapere come, né quando, né
da dove,/ t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:/ così ti
amo perché non so amare altrimenti/, delle vibrazioni profonde e pure
che fanno risuonare direttamente l'anima di chi le prende in prestito
e le recita. È una stupenda sensazione vedere queste signore e anche un
paio di ometti mettersi in gioco, emozionarsi, provare ad entrare nel
testo per sentire qualcosa e migliorarsi di lettura in lettura. Credo
che il vero momento poetico nasca lì, così come un grandissimo
insegnamento: se il cuore è caldo, se la voglia di scoprire e
ricercare rimane intatta, ad ogni età si può essere giovani,
Mr Brainwash - Cuore di barattoli di vernice |
Un'altra
delle poesie scelte per il recital è di Totò, questa:
Ciao Fabio,
RispondiEliminal'idea di questo blog è molto bella. un laboratorio di poesie è giusto farlo con persone che la vita l'hanno vissuta quasi tutta!
Grazie Laura, davvero! Le mie "allieve" hanno vissuto tanto, hanno tanti pesi sulle spalle, ma ancora lottano e cercano di assaporare la polpa della vita, di ogni giorno, come scriveva Thoreau. Ti abbraccio, Fabio
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